Ho depositato una interrogazione in Consiglio regionale chiedendo alla Giunta se intenda avvalersi del parere dell’Istituto Superiore di Sanità sullo stato dell’arte della termodistruzione dei Pfas nell’impianto di Ca’ del Bue (Vr).
L’Istanza di variante e revamping dell’impianto del trattamento dei fanghi di depurazione è ancora pendente. Inoltre, fino a qui la valutazione sulla sperimentazione del sistema impiantistico proposto si basa prevalentemente su indagini condotte in laboratorio, è quindi basata su dati ideali ma non riconducibili a informazioni tangibili. Una situazione analoga a quanto avvenuto con l’impianto ENI REWIND a Marghera (Ve), ma in quel caso la Regione del Veneto si rivolse all’ISS per una consulenza tecnica, e proprio in quella relazione si evidenziò i limiti di alcune valutazioni. Considerando la risaputa resistenza dei Pfas a temperature ben superiori a quelle d’esercizio di un termocombustore (1.400C) e la eventualità di ricombinazione di molecole caratterizzate da legami fluoro-carbonio sconosciute, se la regione del Veneto, anche alla luce oltre di molte altre recenti evidenze scientifiche sui Pfas, non intenda, in forza del principio di precauzione, acquisire ulteriori valutazioni tecniche da parte dell’ISS. Non è possibile ignorare le preoccupazioni dei cittadini in merito alla autorizzazione di un impianto per la combustione dei fanghi di depurazione verosimilmente inquinati da Pfas.
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