La ciclovia del Brenta rimane interrotta. A distanza di mesi dalle frane che hanno coinvolto vari tratti, i cittadini lamentano il disinteresse piombato su questa infrastruttura. In una regione che dichiara la sua vocazione turistica, uno dei settori rimasti trainanti in Veneto, nel bel mezzo dell’alta-stagione, la mancata riapertura di una ciclabile che lo scorso anno ha registrato circa 700.000 passaggi univoci appare contradditorio e controproducente.
Ma questa arteria è molto utilizzata anche dagli abitanti, i quali ora sono costretti a ricercare alternative alla ciclovia, magari andando a incrementare il numero di veicoli su strade già troppo trafficate in questo periodo - prosegue il consigliere regionale - Il piccolo Comune di Enego ha di recente formalizzato un progetto, in autonomia, di sistemazione e messa in sicurezza della ciclabile. A quanto risulta, il costo dell’intervento è stimato in 200 mila euro. Possibile che i piccoli comuni, nei limiti imposti alle loro funzioni e alle risorse a disposizione, siano costretti a pedalare in solitaria affinché non si debba attendere un anno intero al ripristino della ciclovia? Cosa intende fare la Regione Veneto, anche alla luce del Piano Regionale della Mobilità Ciclistica e alla vigente Legge regionale per la Promozione del cicloturismo?
Per questo ho presentato una interrogazione in Consiglio regionale rivolta alla Giunta. I cittadini attendono, già da troppo tempo, una soluzione concreta.
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