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Giovane con istinto matricida: conflittualità accentuate da assenza di punti intermediari.

Lascia sgomenti la notizia della confessione choc di un sedicenne desideroso di uccidere la propria madre. Un grido d’allarme sempre meno isolato, al quale non possiamo rassegnarci, visti anche i recenti fatti di cronaca che stanno sconvolgendo il nostro Paese.

Ritengo che questa condivisione-confessione, da parte del ragazzo, con un sacerdote ci offra l’opportunità di chiederci su quanti adulti possa contare oggi un giovane in un momento di grande difficoltà.

Oggi noi adulti ci ritroviamo sempre più immersi in una quotidianità sfrenata che non concede spazi e occasioni di confronto. A soffrirne sono spesso i giovani, poiché a loro volta trascinati in questa quotidianità, ma privi di quegli strumenti che consentirebbero loro di destreggiarsi più serenamente. Le istituzioni hanno il compito di favorire la creazione di punti di incontro tra giovani e adulti terzi, ossia esterni al nucleo familiare, capaci di fornire ascolto e supporto. Non possiamo costringere i giovani a trovare risposte in rete, perché sappiamo quali siano i rischi. Anche la Regione faccia il suo, in termini di maggiori risorse destinate ai servizi di supporto psicologico dei giovani, anche attraverso l'incremento dei punti di contatto e potenziando le attività dei consultori e dei servizi psicologici territoriali. Al contempo, spetta a tutti noi essere promotori di una responsabilità condivisa, provando a cogliere tutti i segnali di disagio e difficoltà tra le persone che ci circondano. #giovani #disagiosociale #renzomasolo



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