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La forza dell'acqua e i nostri errori nell'anniversario del Vajont.

Il 61° anniversario del disastro del Vajont ricade, per molti, nell’ennesima giornata scandita da: stivali di gomma, pale, secchi.

Anche ieri, su alcune zone del Veneto, sono caduti quantitativi d’acqua pari alla pioggia che solitamente scende in mesi. Se non fosse per la paura, per il fango nelle case, per le auto trascinate via, per le strade spezzate o spazzate via, per i pezzi interi di montagne che si staccano come le briciole dal pane, per i danni che nessuno vuole ripagare e le lacrime e il sudore di chi deve inesorabilmente partire, potremmo quasi dire di esserci abituati. Ma oggi, esattamente come 61 anni fa, non è tempo di prediche, ma di rabbia! Diceva qualcuno: “L’acqua parla senza sosta ma non si ripete mai”. Quindi incazzarsi con l’acqua sarebbe ancora meno utile che parlare a un muro. Dobbiamo incazzarci con noi stessi; sentire la rabbia salire alle nostre tempie per come utilizziamo l’acqua. L’acqua non sta mai ferma, è peggio di un’anguilla, quando scende. Ma noi la vogliamo prendere per la coda, esattamente come si fa con le anguille, oppure cerchiamo di ostacolare il suo naturale flusso impermeabilizzando ogni cosa, cementificando ogni singolo centimetro, perché pensiamo che tanto basti una caditoia a fare scorrere l’acqua che copre metri e metri quadrati di terreno in pochi minuti. Poi, e qui arriva il bello, utilizziamo l’acqua come scusa per progetti che il buonsenso, tanto per scomodare necessariamente la storia, dovrebbe sconsigliarci. Un quotidiano nazionale ha pubblicato una intervista a Toni, figlio di Tina Merlin, la cosiddetta cassandra del Vajont. A Toni chiedono esplicitamente di quale battaglia si occuperebbe oggi sua madre se fosse ancora con noi. La risposta è secca: “Sicuramente della Diga del Vanoi”. Io spero che anche Luca Zaia e i suoi leggano quell’intervista. Non riconosciamo mai il valore dell’acqua finché non ci è avversa. Ma riconosciamo il valore di 300 milioni euro, ovvero il costo della Diga Vanoi. Ma siccome 300 milioni di euro non cadono dal cielo, non è forse meglio utilizzarli per quel minimo di lavori necessari a rendere più sicuri interi territori e a migliorare la nostra convivenza con l'acqua? Ps: quello qui sotto è uno dei tanti video che stanno girando in queste ore e che testimoniano perfettamente lo stato delle cose). #vajont #renzomasolo #vanoi



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