143,5 milioni di euro accantonati dalla Regione Veneto per ripianare i possibili debiti delle Olimpiadi di Cortina? L’operazione scaramantica non stupirebbe ma, se così fosse, la cifra sarebbe irrisoria rispetto ai miliardi gettati in opere che non saranno nemmeno realizzate in tempo per i Giochi. Stiamo stravolgendo la montagna, creando enormi attese per un evento, la cui riuscita inizia a far scaturire dubbi anche tra chi lo ha voluto e promosso.
Pare che la famigerata pista da bob da 130 milioni di euro venga realizzata in tempo, ma al contempo sembra sempre meno probabile che questo impianto possa auto-sostenersi a Olimpiadi concluse, con il rischio concreto che la cosiddetta legacy si trasformi in una sanguisuga per le casse pubbliche. Ma questo è solo uno degli esempi che potremmo portare. Sulle casse venete già pesa l’effetto Pedemontana, immaginiamo cosa potrebbe significare un esito inferiore alle aspettative dei giochi olimpici. Altro che aumento dell’IRAP, servirà ben altro.
Ma a preoccupare è anche la realizzazione della cabinovia con parcheggio da 750 posti auto e 700 metri di tappeti mobili per il trasporto di persone. Oltre al costo esorbitante di 128 milioni di euro, seppure in buona parte provenienti da privati, si stima la rimozione di ben 160 mila metri cubi di terra. Sostanzialmente una montagna di terra, che dovrà poi essere portata altrove. Nessuno è contrario alle Olimpiadi invernali e ci auguriamo che gli atleti siano posti nelle migliori condizioni per gareggiare, ma a preoccupare è invece questa malsana abitudine, nonostante esperienze passate come i Mondiali Italia 90, le Olimpiadi Invernali di Torino e i Campionati di nuoto a Roma, di fare tutto all’Italiana. Si fa tutto, tanto c’è sempre qualcuno che paga, in qualche modo. #olimpiadicortina #renzomasolo
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