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Vanoi: una bomba d’acqua sospesa sul vuoto. Smettiamola di sfidare la natura





Il presente, così come il futuro, ci impongono due priorità: affrontare la crisi idrica e rivoluzionare il tessuto infrastrutturale, perché i cambiamenti climatici non lasciano più spazio a sotterfugi.

La Diga del Vanoi non risponde ad alcuna di queste criticità, anzi impone una minaccia sul capo dei cittadini. Il progetto, che svetta nella lista delle opere prioritarie stilata dalla Regione del Veneto, con l’ubbia di dipanare la crisi idrica che attanaglia la nostra Regione e che si alterna a periodi di notevoli precipitazioni senza la possibilità di trattenere l’acqua in caduta, prevede la realizzazione di una diga nel Torrente Vanoi, con un finanziamento richiesto di 150 milioni di euro per un invaso di 33 milioni di metri cubi d’acqua. Da più parti giunge la manifesta contrarietà al progetto, poiché i più sostengono che si andrà così a danneggiare irrimediabilmente una delle ultime aree non antropizzate e sfruttate dall'uomo, con un torrente, il Vanoi, con alto livello di trasporto di sedimenti. Senza tener conto del rischio frane e smottamenti. Ritengo grave il non congruo coinvolgimento, da parte della Regione del Veneto e del proponente, dei cittadini interessati e di enti pubblici che subiranno l’impatto di questa diga, come ad esempio la Provincia Autonoma di Trento e i comuni di Lamon, Canal San Bovo e Cinte Tesino che hanno segnalato il tutto, rivendicando il proprio diritto a difendere le comunità e gli habitat del proprio territorio da progetti ritenuti rischiosi. Questa opera, tanto quanto la pista da bob di Cortina e il ponte sullo Stretto di Messina, appare soddisfare bisogni di natura politica e meramente simbolica. La politica esercitata a servizio dei cittadini non può non tenere conto di questioni come: costi, sicurezza e tutela del territorio e dell’ambiente.

Per questo Europa Verde, attraverso l’impegno della neoeletta eurodeputata Cristina Guarda, ha chiesto l’intervento della Commissione europea. Allo stesso modo, forti delle alternative realizzabili, abbiamo presentato un’interpellanza in Consiglio regionale. La politica è chiamata ad assumersi le responsabilità di queste decisioni, basta fingere di abbandonare al suo destino un progetto da 150 milioni di fondi pubblici quando è evidente che l’iter prosegue a gonfie vele. Ci dicano quali ragioni soffiano dietro a quelle vele. Andare contro la ragionevolezza è certamente un leitmotiv dell'amministrazione Zaia - si pensi a quanto sta accadendo con la pista da Bob a Cortina - ma la natura è fortunatamente sorda, anche da ferita, alle irragionevoli scelte della politica.

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